The Brain

Cervellone alieno della televisione succhia... cervelli (e che pensavate? Pervertiti!!!)

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    The-Brain-front
    Nel 1988, 7 anni dopo il valido “Compleanno in Casa Farrow (Bloody Birthday)”, Ed Hunt torna all'horror con un prodotto dalle idee potenzialmente valide ma funestato da valori tecnici spesso dozzinali. Una tranquilla cittadina americana è soggiogata al potere di un sedicente scienziato, che conduce un popolare talk show televisivo chiamato “ Independent Thinking ”. In realtà il programma favorisce tutto fuorchè il “pensare indipendente” poiché dietro di esso si cela un mostruoso cervello alieno, sfruttato dallo scienziato, che emana onde cerebrali e messaggi subliminali in grado di condizionare la mente umana. A quest'operazione di controllo assoluto sembra sfuggire la mente di un brillante studente che, braccato dall'intera comunità, dovrà lottare disperatamente per distruggere il cervello-mostro. La bizzarra idea del cervello semovente ed antropofago era già stata abbozzata, un anno prima, da Michael Krueger in “Mindkiller” e il concetto della comunità totalmente “lobotomizzata” e priva di ideali è presente in dozzine di pellicole fantastiche antecedenti a questo “The Brain” che tuttavia mette in campo un'acida critica nei confronti dello strapotere televisivo e dei suoi effetti di massificazione nei confronti della popolazione. Il progressivo indebolimento delle difese mentali, l'ignoranza e la pigrizia intellettiva trasformano l'essere umano in un burattino facilmente governabile, atto solo al consumismo compulsivo e all'asservimento (inconscio) ai potenti. Hunt è un mestierante che ha sempre cercato di mettere del “contenuto” negli horror e nei fantascientifici che ha diretto, ottenendo risultati qualitativi alterni. “The Brain” , seppur divertente per certi aspetti, fallisce purtroppo nella messa in scena. Nonostante sia venato da buon ritmo e colpi di scena continui, il film ha negli effetti speciali, inseriti in gran quantità, il punto debole poichè proprio questi ultimi lo fanno sovente scivolare nel trash involontario. Il cervello gigante, quando è fermo e nella penombra, è un animatrone low budget accettabile ma quando fuoriesce dalla sua teca ,e se ne va a zonzo a divorare persone, diventa di un ridicolo mortale. Una sorta di gommoso pallone aerostatico che rischia di strappar risate in quantità. Anche la sceneggiatura, nonostante i vari interessanti spunti disseminati qua e là, scricchiola terribilmente specie nell'ultima mezzora, toccando punte di inverosimiglianza plateali. La recitazione poco convincente, fatta eccezione per la consueta goliardica prova di David Gale, completa il quadro dei deficit. Comunque merita un'occhiata, almeno da parte degli amanti oltranzisti dell'horror bizzarro.
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