Django Unchained

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  1. SatanaX
     
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    Il termine negro indica una persona appartenente a una delle etnie originarie dell'Africa subsahariana e caratterizzate dalla pigmentazione scura della pelle; in senso più ampio, può applicarsi ad altri gruppi etnici con caratteristiche somatiche analoghe, come i negritos delle Filippine o gli australiani aborigeni. La sua etimologia e il suo significato originale e tecnico non sono né dispregiativi né volgari.
    Il termine italiano negro è etimologicamente equivalente all'aggettivo nero (dal latino niger/nigru(m)), e aveva in origine tale significato; esempi di quest'uso del termine si trovano tra l'altro in Petrarca, Ariosto e Carducci.
    L'uso di negro per riferirsi alle etnie di pelle scura è anch'esso attestato già nella letteratura del basso medioevo (per esempio nello stesso Petrarca), ma è diventato più comune in epoca coloniale, sia in italiano che in altre lingue (alcune delle quali lo hanno mutuato dall'equivalente spagnolo). Derivati di questa accezione di negro sono termini come negroide (introdotto a partire dal XIX secolo dagli antropologi per denotare una delle principali razze umane) o negritudine (l'insieme dei valori etnici e culturali dei popoli neri). Contrariamente a quanto si potrebbe supporre, non risultano invece riconducibili alla radice latina niger i toponimi Niger e Nigeria, per i quali si ipotizza una derivazione dall'espressione tuareg ngher (abbreviazione di gher n gheren, fiume dei fiumi).
    In passato, negro non era percepito come termine dispregiativo e costituiva il modo più comune per riferirsi ai popoli di pelle scura, sia in letteratura (usato tra l'altro come traduzione comune di termini stranieri come l'inglese nigger e il francese nègre), sia nel linguaggio comune. Un esempio noto di uso del termine negro nella sua accezione originale è il brano musicale Angeli negri (dal film Angelitos Negros del 1948, cantato da Pedro Infante ed eseguito in italiano da Marino Barreto Junior nel 1959 e da Fausto Leali nel 1968), così come nel brano del 1963 I Watussi di Edoardo Vianello. Anche vocaboli ancora in uso come negritudine o il titolo della rivista Nigrizia dei padri comboniani derivano dal termine negro usato senza alcuna connotazione negativa o discriminatoria.
    In spagnolo e portoghese negro significa semplicemente nero, come negre in catalano o occitano, e viene usato comunemente per riferirsi agli africani e ad altri gruppi etnici di pelle scura. In epoca coloniale, e in particolare in seguito alla tratta degli schiavi, la parola spagnola negro entrò nell'uso anche in inglese.
    Come in italiano, anche in inglese il termine negro era in origine inteso in senso neutro, lo si ritrova, infatti, tra l'altro, nel romanzo abolizionista La capanna dello zio Tom e nelle opere di uno scrittore progressista come Mark Twain per riferirsi agli schiavi o ex schiavi africani negli Stati Uniti. L'uso del termine negro era talmente radicato ancora negli anni sessanta che anche personaggi come Martin Luther King lo usavano correntemente nei loro comizi pubblici in difesa dei diritti civili dei neri afroamericani.
    Nel 1947, reagendo alla rappresentazione dei negri nei fumetti (in particolare nelle storie ambientate in Africa), il giornalista afroamericano Orrin C. Evans produsse la rivista All-Negro Comics diretta al pubblico negro.
    Anche la variante nigger era usata frequentemente in senso neutro anche in letteratura, pur essendo percepita come più volgare; per esempio, Twain usava il termine negro nelle opere di saggistica come Following the Equator, e ricorreva invece a nigger quando rappresentava lo slang della gente di campagna della valle del Mississippi; nessuna delle due forme, però, appare nelle sue opere come intrinsecamente discriminatoria. Una diversa sensibilità iniziò a manifestarsi nella prima metà del XX secolo. Due celebri casi letterari che provano questo cambiamento linguistico sono quelli del romanzo di Joseph Conrad Il negro del ''Narciso'' (The Nigger of the Narcissus, 1897), che inizialmente fu pubblicato con un altro titolo su insistenza della casa editrice, e il giallo di Agatha Christie Dieci piccoli indiani (1939), il cui titolo originale Ten Little Niggers fu modificato, per motivi analoghi, in And Then There Were None o Ten Little Indians.
    Vedete quindi, è tutta una paranoia immaginaria nata dal politicamente corretto (tradotto: cazzata per lavare il cervello), non c'è nulla di sbagliato nella parola negro e la possiamo dire quanto ci pare e piace.
    E poi scusa, io mi chiedo invece che cavolo vuol dire "persona di colore"?! Di colore, okay, ma di quale colore??? Se non specifichi la gente non capisce perchè (a ben vedere) tutti abbiamo un colore proprio: gli asiatici sono olivastri, i pellerosssa... bruno dorati e noi siamo rosa da normali, bianchi quando ci spaventiamo, rossi quando ci vegognamo, viola quando soffochiamo e verdi quando ci arrabbiamo! Hei, noi in effetti dovremmo chiamarci di colore, anzi meglio ancora, multicolore XD
     
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19 replies since 5/9/2012, 23:59   547 views
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