Posts written by SatanaX

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    cellar-dweller
    Basandosi su enigmatici testi e altrettanto enigmatiche figure contenute in un antico libro di cui è entrato in possesso, un disegnatore di fumetti inventa una creatura mostruosa, senza completare però il disegno. Molto tempo dopo, un'aspirante disegnatrice riscopre il lavoro incompiuto dal suo antesignano e decide di continuarlo per portarlo a termine...
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    mid3
    Una combriccola di collegiali, in vena di bravate per la notte di halloween, si diverte a trafugare e poi leggere un antico manoscritto, che si dice appartenuto ad una strega, in un cimitero. Ovviamente il gesto scriteriato dei giovani ha conseguenze nefaste poiché uno stuolo di morti viventi, vampiri, licantropi e mostriciattoli assortiti risorge prontamente, per gettare nel caos l'intera città. Particolarmente amato negli Stati Uniti, questo tv-movie è un “classico” spesso trasmesso dalle reti americane nella notte d'ognissanti e anche da noi, fino agli anni ‘90, ha goduto di qualche passaggio televisivo. Realizzato nel 1985 è un prodotto fortemente legato all'iconografia tipica degli eighties , a partire dal look dei personaggi e ai loro clichè comportamentali per finire con la (valida) fotografia che fa sfoggio di luci bluastre, netti chiaroscuro e nebbie a profusione. La semplicità e l'ingenuità del plot sono il chiaro pretesto per mettere in scena una horror/comedy leggera, ma venata da buon ritmo e ben diretta da Bender, che allestisce allegramente una giostra fatta di spaventi a buon mercato. Fra i tanti momenti apertamente comici, sicuramente riuscito quello che parodizza il video “Thriller” con Michael Jackson anche se, c'è da dire, l'ironia che condisce il film è piuttosto infantile e alla lunga stucchevole. Buono il reparto degli effetti speciali curati da Steve LaPorte e Thomas Barman, abili nella creazione di svariati e bizzarri make-up mostruosi. In definitiva un film che rispetta appieno lo spirito di Halloween, così come viene concepito dagli americani, e che potrà divertire un pubblico di giovanissimi.
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    una-notte-al-cimitero-film-locandina-poster
    Cinque ragazzi, dopo aver compiuto un taccheggio in un supermercato, scappano su un furgone e finiscono per rifugiarsi in un luogo lugubre nei pressi di alcuni ruderi. Presto si accorgono che nei paraggi vi è una locanda e decidono di fare una sosta. Qui notano in un angolo una sfera di vetro con all'interno soldi, gioielli e preziosi vari, e il gestore racconta loro una strana storia: quel tesoro sarebbe un premio per chiunque riesca a trascorrere una notte in un terreno sconsacrato.
    Sotto la locanda infatti vi è una catacomba, ed i ragazzi decidono di accettare la sfida, anche se è risaputo che da quel luogo tenebroso non è mai tornato indietro nessuno. Nella cripta si apre uno scenario raccapricciante con morti che resuscitano dalle proprie bare, mostri di ogni sorta, monaci impiccati e freak di varia natura. Terrorizzati, i ragazzi cercano la via del ritorno, ma si perdono nei meandri del terribile labirinto riuscendo a fatica a uscirne indenni.
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    I-BOUGHT-A-VAMPIRE-MOTORCYCLE-2
    Dall'Inghilterra arriva un horror demenziale in perfetto stile Troma, datato 1990, le cui bizzarre premesse iniziali purtroppo non vengono valorizzate efficacemente. L'idea di partenza è decisamente folle (seppure già similmente realizzata nel 1981 dal ceco “Upír Z Feratu”) : un motociclista-occultista (!!!) e la sua gang vengono massacrati da una banda rivale. Il negromante, ormai moribondo, riesce a trasmigrare la sua anima in una moto che in seguito verrà rivenduta ad un ignaro ragazzotto. Quest'ultimo scoprirà ben presto la vera natura della motocicletta divenuta un vero e proprio vampiro che esige sangue nel serbatoio, piuttosto che benzina, e che se ne va a zonzo di notte, dotata di vita propria e armata di spunzoni accuminati che usa come fossero canini, in cerca di vittime. E' sicuramente divertente vedere la moto-vampiro rifiutarsi di uscire durante il giorno, per non finir bruciata dai raggi solari, oppure bere il sangue delle vittime attraverso due canne appuntite, che sbucano fuori dalla forcella, così come spassose sono le reazioni di repulsione che essa manifesta dinanzi a croci e corone d'aglio. Ma 100 minuti di durata sono troppi per un film del genere che possiede uno script puerile, seppur non privo di alcune trovate originali, e che possiede un budget davvero striminzito. La regia di Campbell, prettamente di stampo televisivo, non imprime il giusto ritmo alla vicenda e gli interpreti non brillano, fatta eccezione per Anthony Daniels (attore che veste i panni di C-3PO nella saga di “Guerre Stellari”) nel ruolo di un bizzarro esorcista a cui la moto ha amputato quattro dita (!!??). Aldilà dei limiti “I bought a Vampire Motorcycle” resta un filmozzo che delizierà gli amanti del trash più strampalato e che regala momenti weird altamente deliranti. Uno su tutti quello in cui un escremento aggredisce il protagonista, fuoriuscendo dalla tazza del water ed infilandosi repentinamente nella bocca del povero disgraziato. Che schifo !


    Edited by Eilmer - 9/4/2014, 20:04
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    il-etait-une-fois-le-diable-devil-story
    Rullino i tamburi ! Suonino le trombe ! Fa il suo ingresso nella sezione “So bad it's so good” un film che, con un sol balzo, si piazza nella pole position delle peggiori astrusità su celluloide mai realizzate. Produzione francese, datata 1985, diretta da tale Bernard Launois, regista/attore che si era dedicato, prima di allora, a commedie e noir. Come canto del cigno (registicamente parlando) ha donato al mondo “Il etait une fois le diable”, autentico mastodonte trash , delirio assoluto in cui illogicità di intenti e messa in scena farlocca lasciano sbalorditi. Ma procediamo con ordine. La storia (…) vede una coppia di sposini americani recarsi in un lugubre albergo, in una zona rurale francese. I proprietari del posto li mettono subito a loro agio dicendogli che :
    1) il luogo è maledetto
    2) il diavolo spadroneggia e uccide tutti. Assume l'aspetto di un cavallo o di un gatto. Entrambi neri.
    3) un tempo lì c'era il mare, ma a seguito di un naufragio di una nave proveniente dall'Egitto, la morfologia del posto è cambiata e ora c'è solo campagna e boschetti. Ah, il male (tanto per ribadire il concetto) ha preso possesso del luogo.
    A questo aggiungete uno zombi nazista, la cui uniforme ricorda più quella di un commodoro, e la sua madre/amante/boh che uccidono persone a caso e trasportano bare. Ah, dimenticavo che c'è pure una mummia che gironzola, mano nella mano, con una tipa vestita di bianco in trance perenne. Senza capo né coda, il film accavalla situazioni in cui i sopraccitati personaggi si incontrano, si scontrano e si inseguono. Sceneggiatura inesistente, budget e capacità tecniche inesistenti, ritmo inesistente ma…follia allo stato brado e dosi considerevoli di splatter , ottenuto con effetti caserecci, che annoverano svomitazzate di sangue e bile, sbudellamenti, ferite sanguinolente in cui evidentissime pompette spruzzano flebili fontanelle di sangue. Non c'è un particolare momento weird da segnalare poichè TUTTO il film è assolutamente weird , grazie anche ad un montaggio fra i più deliranti mai visti. Impagabile il personaggio del padrone dell'albergo, che passa una notte ed un giorno interi a sparare ad un cavallo nero (il diavolo, vedi sopra) senza mai riuscire a colpirlo, straordinarie le corse al ralenty che sfiniscono per la loro infinita durata (Launois doveva pur far metraggio in qualche modo), incredibili gli attacchi “volanti” del gatto nero (il diavolo, ovviamente), massacranti i 200 nitriti del cavallo (sempre gli stessi,mandati in loop ), le 200 urla della sposina (sempre le stesse, mandate in loop ) e i 300 mugugni dello zombi nazista (non ci giurerei, ma sono sempre gli stessi mandati in loop ) a cui lo spettatore viene sottoposto per tutta la durata del film. Vado avanti ?
    STRA-CULT !!!
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    Film completo in italiano

    UN CAPOLAVORO!!! :D
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    seedpeople+6
    Dalle ceneri dell'Empire, la casa di produzione di Charles Band, sorse la Fullmoon Pictures che ne riprese lo stile di produzione horror/fantasy. A differenza dell'Empire però, la Fullmoon si specializzerà in film con marionette killer (la saga "Puppet Master"), bambole malefiche ("Demonic Toys" et similia) e vari altri pupazzoni & pupazzetti malvagi . In questo "Seed People" assistiamo alla sfortunata vicenda di una comunità americana che vive fra i placidi boschi del nord e che si trova a fronteggiare un'invasione aliena. Gli extraterrestri sono però dei gran furbi poiché si mimetizzano fra gli umani, clonandone le sembianze (in stile "Ultracorpi" tanto per intenderci), e solo quando sono messi alle strette rivelano la loro mostruosa natura di esseri simil-vegetali. La storia, come avrete notato da soli, è la solita zuppa trita e ritrita che prende spunto dalla fantascienza anni '50, senza il minimo sforzo di aggiungere un guizzo creativo. Neanche gli fx di John Carl Buechler salvano la situazione, strozzati dal budget ristretto. Difatti le creature aliene sono di rozzissima fattura e terribilmente legnose nei movimenti. Povero nei mezzi e, soprattutto, nelle idee il film si trascina fino allo scontato finale e non regala un briciolo d'emozione allo spettatore. Uno dei tanti film superflui della storia del cinema. Comunque, tutto sommato, vedibile.


    Edited by Eilmer - 11/4/2014, 22:51
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    icecreammanrf13
    "Ice Cream Man" è uno di quei film dichiaratamente trash anni 90' che però, come i Sofficini, intrattiene. E' una succulenta porcheria che va gustata senza sapere cosa c'è dentro anche perché, se si guarda bene cosa contengono i coni del nostro ice-cream man si trovano occhi o nei casi peggiori direttamente teste. Intere.
    Ma partiamo dall'inizio. Il piccolo Gregory (interpretato dal super-dentato Clint Howard), vede morire sotto i suoi occhi l'uomo dei gelati subendo un trauma irreparabile. Dopo anni in un istituto psichiatrico, grazie al prezioso aiuto di un medico poco professionale, si realizzerà diventando un gelataio killer. Dei bambini notano che c'è qualcosa che non va in lui e decidono di seguirlo. Nel gruppo, Tuna (Tonno, se non si era capito) è un bambino che fa la parte del grasso, peccato sia chiaro che è solo imbottito come un pupazzo a Disneyland. Gli adulti, che notano il furgoncino dei gelati fare le ronde nel loro quartiere di notte, con una musichetta non proprio da meditazione, non sospettano nulla (nemmeno quando un bambino sparisce e un cane si trasforma in un succoso mega burger). Il film concede ulteriori e svariati momenti splatter e pure i più olimpionici trangugiatori di gelato avranno qualche esitazione a mangiarne uno nelle ore successive la visione. Ma niente paura, anche le scene assurde tipiche del genere horror comedy dell'epoca sono varie e distribuite senza riserbo (giustificate dal budget da gita fuori porta della domenica). Memorabile il momento in cui dei poliziotti vanno a parlare con il medico che aveva in cura Gregory. I due (dopo averci fatto capire che tra loro usano inspiegabilmente il linguaggio di un bambino di cinque anni) appurano che il luogo in cui si trovano ha qualche piccolo particolare disturbante, a partire dal medico che fugge via cantando e ballando. Con la flemma di una casalinga che sceglie l'ammorbidente, percorrono un interminabile corridoio ammirando i pipistrelli fosforescenti appesi alle pareti con conturbanti fiamme e disegni demoniaci. Ma al regista Paul Norton si perdona anche questo. E' abituato a girare film di tutt'altro spessore. Come dimenticare "Edward Penishands" (1,2,3), "The Erotic Adventures of the Three Musketeers", "Sexual Olympics", "Rainbows, The Darker Side of Shayla", "Transitions: An Anal Adventure", "Cry Babies 1: Anal Scream" e il pittoresco "Sperm Bitches"? Nonostante anche il più rassicurante della lista, "Rainbow", sia in realtà un lesbo porno, in questo suo primo e (si spera) unico esperimento fuori dal suo normale terreno, Norman non si sbottona e non fa sbottonare nessuno. Ma nonostante ciò questa trashata immonda, non annoia.
    icm


    Edited by Eilmer - 30/6/2014, 12:48
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    eating_mom_copy
    Un marito infedele se la fa con madri di famiglia annoiate e trascurate dai propri consorti. Fin qui nulla di eclatante, se non fosse per il fatto che l'uomo trasmette involontariamente alle donne una malattia venerea che le trasforma in mutanti cannibali (!!!). Quando le signore incomincieranno a far schioccare le mandibole toccherà ai figli cercare rimedio per risolvere l'incresciosa situazione. Prodotto e diretto nel 1988 da tale Aviles Martin, sceneggiatore dell'altrettanto delirante “I ragazzi del Cimitero”, il film in questione miscela rozzamente commedia e splatter. Il tentativo di “denunciare” il sistema societario in cui le donne non godono della giusta emancipazione, e sono vittime dei prepotenti uomini, è abbozzato coraggiosamente ma i valori tecnici e narrativi in campo sono troppo bassi per sortire effetti degni di nota. Pertanto il film va preso per quel che è, ossia un trash demenziale con momenti di alta stupidità che si fa apprezzare solo per gli effetti grandguignoleschi ad opera di Carl Sorensen, che annoverano banchetti cannibaleschi ed amputazioni di braccia e nasi. La recitazione è terribile, la fotografia da film porno ed il montaggio fatto con una mannaia non aiutano però a fare di “Oh Mio Dio ! Mia madre è cannibale” un film decente.


    Edited by Eilmer - 9/4/2014, 11:28
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    Mi auguro proprio che Yotobi torni a fare presto recensioni, come si fa a farsi scappare simili capolavori?!
    funnyman_jester
    Max Taylor, un produttore discografico, gioca una partita a poker con uno strano ed anziano signore (Cristopher Lee) e vince, come posta in palio, le chiavi della sua magione in Inghilterra. Lieto per il premio, l'uomo si reca con tutta la famiglia nella casa, seguito dallo strambo fratello che si porta dietro anche alcuni suoi bizzarri amici. Nessuno di loro sa che la dimora è abitata da una malefica entità vestita da Punch (il Pulcinella inglese, gobbo e con fallo spropositato) che si diletta nel torturare ed uccidere le persone che capitano da quelle pari nelle maniere più assurde, pittoresche e macabre possibili. Il giullare trasforma la villa in una sorta di labirinto in cui crea situazioni allucinanti dove le vittime muoiono nei modi più deliranti. Questo horror demenziale inglese nasce sulla scia del buon successo che ha ottenuto un altro b-movie dal titolo "Leprechaun". Il funny man deve molto, nelle sue sembianze, al perfido folletto del film sopracitato. Cristopher Lee fa un breve cameo per nobilitare la vicenda che comunque risulta divertente. Ovviamente non ci troviamo di fronte ad un film dalla trama particolarmente intelligente (anzi è la classica tramette che vede il gruppo di raggazi di turno far fronte ad un misteriso pazzo omicida), ma dal lato prettamente visivo ci sono diverse scene che possiedono fotografia e scenografia da incubo. La stessa dimora del funny man è surreale al massimo con pavimenti che ricordano cruciverba, porte che danno nel nulla, gallerie con statue inquietanti e tanto altro. Forse la carica comico-grottesca è eccessiva e stucchevole a tratti, ma il gore non manca e gli effetti speciali sono di buona caratura. Cito una scena del film: due uomini stanno passeggiando all'esterno della villa. Ad un tratto trovano una testa mozzata in mezzo ad un prato. Essendo nella penombra, questa viene scambiata per un pallone da calcio. Uno dei due la calcia violentemente ed esclama :" nemmeno il più bravo portiere del mondo avrebbe potuto parare quel tiro!". La testa-pallone spiove verso una porta da calcio emersa dal nulla e, mentre sta quasi per fare goal, il funny man (vestito con tanto di tuta da portiere!?!) si tuffa e la para tra hola ed applausi fuoricampo!!!


    Edited by Eilmer - 9/4/2014, 18:16
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    Sarà tutto quello che dici tu, ma è dichiaratamente un trashone, anche per l'epoca in cui fu concepito XD
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    La storia si svolge intorno al 1520. Durante una esplorazione in territorio azteco, Hernan Cortes, il tenente Alvarado e cinque soldati si imbattono in un gruppo di indios che sono soliti sacrificare vittime umane ad un mostruoso tirannosauro che terrorizza la valle in cui vivono. Mentre la pattuglia viene catturata, Alvarado salva Ayacoatl da una situazione pericolosa e, riconsegnandola a suo padre, il capo del villaggio, ottiene la libertà per sé e per i compagni a patto di eliminare il mostro. Il tirannosauro viene attirato in trappola ed ucciso, ma un secondo feroce animale è pronto a vendicarlo. Cortes e i suoi decidono di tornare alla nave che li aspetta, ma Alvarado continua a difendere gli indigeni e contende all'infido Xocozin la bella Ayacoatl della quale si è innamorato.
    La modesta qualità degli effetti digitali appare superlativa a confronto della rozzezza della messa in scena:
    - il villaggio azteco è tutto in due capanne dal tetto di paglia, una tettoia che protegge il trono del capo, un altare scacrificale che sembra costruito in cartongesso e dipinto a mano;
    - gli "aztechi" sono una manciata di giovanotti palestrati e due o tre belle ragazze: quasi tutti parlano correntemente la lingua dei bianchi poiché un frate che ha il vizio di bere (...non si capisce bene come sia finito in quel luogo...) l'ha insegnata loro;
    - i Conquistadores sono soltanto in sette, hanno un solo cavallo, ma sono armati di pistole, spade, balestre, fucili e si portano appresso un cannoncino;
    - i due mostri preistorici, nonostante la mole gigantesca, si nascondono tra gli alberi e sbucano fuori dal niente in cerca di vittime o attirati dal suono di un corno.
    - prima di essere trafitto dai pali appuntiti della trappola, il primo tirannosauro mangia l'unico cavallo del film, sputandone soltanto una zampa (visibilmente di gomma), e colpito da una cannonata non riporta alcun danno (...la palla rimbalza letteralmente sul suo corpo...);
    - il secondo tirannosauro, prima di essere investito dall'esplosione dell'altare, con l'occhio accecato da una pistolettata di Alvarado, corre sulla spiaggia e fa piazza pulita di gran parte del cast.
    - la vicenda è ambientata in qualche parte del Messico, ma il film è girato alle Hawaii.
    Ian Ziering (un improbabile Cortes) ha il nome nei titoli di testa, ma il vero protagonista - benché figuri soltanto nei titoli di coda - è Shawn Lathrop (Alvarado). La noia che attanaglia ben presto anche lo spettatore meglio disposto, è interrotta, sul finale, dall'imprevedibile incubo (...l'ennesima occasione per giocare con trucchi fotografici...) in cui cade Alvarado quando viene drogato dal perfido Xocozin.
    Insomma, un mediocre film di avventure curiosamente intrecciato alla fantascienza dei mostri preistorici.
    Conosciuto anche con il titolo Aztec Rex.
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    L'apoteosi del cinema Versus!!! La trashata delle trashate giappo-americane... !!!
    kk-g-3
    Il trionfo di King Kong (キングコング対ゴジラ Kingu Kongu tai Gojira, lett. "King Kong vs. Godzilla") è un film del 1962 per la regia di Ishiro Honda, secondo sequel di Godzilla del 1954.
    All'origine di questo film c'è l'intenzione di Willis O'Brien, celebre autore di effetti speciali (tra cui quelli del King Kong del 1933) di realizzare una storia con King Kong che combatte contro un mostro di Frankenstein alto quasi quanto lui. Tuttavia al film si interessò solo Ishiro Honda, che decise di far combattere King Kong contro Godzilla.
    La titanica battaglia tra il mostro venuto dalla preistoria e la divinità scimmiesca si configura come la battaglia "America Vs Giappone" essendo infatti uno di produzione giapponese (Godzilla) e uno di produzione americana (King Kong). Il film infatti denuncia tutto l'odio provato reciprocamente dall'America e dal Giappone, che la Toho ha sempre inserito nei film di Godzilla, e che mai è stato denunciato pubblicamente. Forse proprio per questo nacque la leggenda che dice che ne esistono due versioni diverse, con differenti finali. Tuttavia oltre a ciò la battaglia raffigura lo scontro tra la natura (rappresentata da Kong) e il terrore e le devastazioni causate dall'energia atomica (rappresentata da Godzilla). Lo scontro tra Kong (natura) e Godzilla (energia atomica) denuncia dunque le devastazioni che l'uso delle armi atomiche ha causato non solo sull'uomo ma sulla natura.
    Il film contiene anche una satira sottintesa allo showbusiness, mostrata dal personaggio di Tako che vuole usare Kong come mascotte pubblicitaria per rivaleggiare con il tormentone mediatico suscitato dall'apparizione di Godzila.
    TRAMA
    La storia si ricollega direttamente a quella di "Godzilla il re dei mostri".
    Il governo americano, deciso a sviluppare le ricerche sul proprio arsenale nucleare, decide (all'insaputa del Giappone) di condurre esperiementi nucleari su un'isola vicina a Tokyo. Durante gli esperiementi, un sottomarino atomico risveglia Godzilla dallo stato di ibernazione in cui era caduto alla fine della sua precedente avventura. Immediatamente Godzilla distrugge tutti i laboratori col suo devastante alito atomico. Successivamente va verso il Giappone. Dopo aver messo in pre-allarme Tokyo, l'esercito americano tenterà di fermarlo ma verrà sbaragliato da Godzilla, che pare inarrestabile. Anche l'esercito giapponese cade sotto i colpi radioattivi del Sauro Atomico.
    Nel frattempo, un'industria farmaceutica giapponese parte per l'Indonesia alla ricerca di nuovi prodotti medicinali. Qui giungono sulla misteriosa Isola di Faro, dove vivono indigeni primitivi e qui scoprono l'esistenza di alcune bacche con potenti agenti anestetici. Dal mare esce un gigantesco polpo: Oodako che attacca il villaggio ma dalla foresta esce il mostro dell'Isola Faro: King Kong. Kong combatte Oodako, il polpo sconfitto torna a mare e Kong comincia a mangiare le bacche fino ad ubriacarsi. Gli uomini dell'industria decidono di catturarlo al fine di usarlo come attrazione pubblica. Un gruppo di marinai parte e, dopo essersi scontrati con i diversi mostri giganti dell'isola, catturano lo scimmione, a costo di diverse vite.
    Intanto, Godzilla raggiunge il Giappone ed è pronto a iniziare la sua distruzione. Kong invece viene messo in gabbia dagli industriali, ma a un certo punto il governo intravede nello scontro tra Kong e Godzilla la salvezza del mondo. Nel primo combattimento Godzilla ha la meglio e uccide Kong che però torna in vita grazie ad alcuni fulmini (riferimento al Mostro di Frankenstein, il quale sarebbe dovuto apparire nel progetto originale), e scappa da Godzilla perché gravemente ferito; si dirige quindi verso Tokyo cominciando a distruggerla, ma l'esercito addormenta il gigante con un speciale siero per poi legarlo e trasportarlo usando enormi palloni aerostatici sul monte Fuji dove si trova Godzilla: lo scimmione viene quindi liberato.
    Kong scappa e incrocia Godzilla: i due mostri iniziano a lottare dando vita a uno scontro colossale in discesa dal vulcano. Dopo un furibondo combattimento, i due mostri cadono in mare, causando un terremoto che abbatte le dighe e le foreste della città. Solo Kong fuoriesce dall'acqua, il che significa che Godzilla non ce l'ha fatta; sebbene il risultato si avvicini più al pareggio che a una vittoria singola, i giapponesi attribuiscono a Kong la vittoria, ignorando il fato di Godzilla.
    NOTE
    All'inizio, Ishiro Honda, per le scene con i due mostri, voleva usare la stop-motion per rendere omaggio al film "King Kong", ma siccome tale tecnica era troppo costosa, si ricorse di nuovo all'uso di attori in costume; tuttavia, la stop-motion è usata in alcune scene (come in quella dove Godzilla dà un calcio a King Kong). Per le scene di distruzione si è ricorso all'uso dei modellini, mentre per le scene con il gigantesco polpo Oodako è stato utilizzato un polpo vero.
    Una leggenda urbana diffusa tra gli appassionati vuole che del film siano stati realizzati due finali: uno per il mercato giapponese dove è Godzilla a levarsi vittorioso, l'altro per il mercato occidentale dove trionfa King Kong. È una falsa notizia: l'unica differenza è che nella versione giapponese alla fine si sente il ruggito di Godzilla proveniente dal mare.
    Sempre riguardo alla leggenda urbana, anche La Settimana Enigmistica ci è cascata, dedicando un intero testo alla vincita di King Kong in una versione e al trionfo di Godzilla in un'altra. A far notare l'errore è stato tale Duncan Connell sul suo blog, investigatore per passione, che ha dedicato un'intera puntata di "Radio Mulo della Valtellina" riguardante il caso.
    Anche di questo film esiste una versione riadattata dagli americani per il loro mercato cinematografico. Oltre ad un nuovo montaggio, il regista Thomas Montgomery realizzò nuove scene con attori occidentali.
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    Ah - ah!!! Ci siete cascati, vero XD
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    Tre collegiali, che definire nerd è eufemistico, nel tentativo di spiare il rito d'iniziazione di una confraternita femminile vengono scoperti ed obbligati a diventare parte integrante del rito stesso. Così i baldi giovani, assieme alle fanciulle, per superare la prova devono entrare nottetempo in un sala da bowling per rubare un trofeo. Sfortunatamente all'interno dell'oggetto in questione è imprigionato un demonietto che, inavvertitamente liberato, si presenterà cordialmente ai giovani invitandoli ad esprimere un desiderio ciascuno, che lui esaudirà magicamente. Purtroppo però i desideri finiranno per rivoltarsi in modo orribile, contro chi li ha espressi. Datato 1988, uscito un anno dopo l'horror “The Lamp (The Outing)”di Tom Daley, “Tragica Notte al Bowling” si ispira non solo al film già citato ma fa riferimento al classico racconto “La zampa di scimmia” di William W. Jacobs ed anticipa di ben 10 anni il noto “Wishmaster”. Chiariamo subito che questo è probabilmente l'UNICO vero pregio del film in questione che per il resto rivela una pochezza di mezzi ed idee disarmante. Mescolando commedia sexy, horror da bancarella e ricollegandosi al filone dei “mostriciattoli” inaugurato da “Gremlins”(non a caso c'è lo zampino , in sede di produzione, di Charles Band che è particolarmente affezionato a questo sottogenere), il lungometraggio di DeCoteau si barcamena fra gags deprimenti ed effetti speciali modesti, incluso il piccolo demonio che seppur simpatico risulta dinamico come un muro di cemento armato. Impagabile Linnea Quigley, unico vero motivo d'interesse di questa porcheria, affiancata da altre due scream queens degli anni '80 quali Brinke Stevens e Michelle Bauer che almeno mostrano, oltre che capigliature cotonate oltremodo, un po' di culo e tette a sollevare il morale. Per darvi un'idea delle ristrettezze di budget del film in questione, basti pensare che si vocifera che le sequenze realizzate all'interno del bowling furono girate dopo l'orario di chiusura dello stesso, poiché la produzione non poteva pagare il noleggio di una giornata intera del locale. Il colpo di grazia lo danno infine le canzoni pseudo-pop che fanno da colonna sonora, assolutamente letali. Imperdibile.


    Edited by Eilmer - 7/4/2014, 22:17
150 replies since 6/2/2014
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