Posts written by SatanaX

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    Eye_Creatures
    Un filmato top-secret di produzione militare mostra un disco volante (simile a uno yo-yo con una cupola XD) sospeso nell'aria mentre il narratore (Peter Graves, non accreditato) descrive come il progetto militare statunitense denominato Project Visitor lo stia monitorando, anticipando uno sbarco negli Stati Uniti centrali. Adeguatamente informato, il tenente Robertson riporta le informazioni ai suoi subordinati all'interno della base in cui fa servizio. Egli inoltre rimprovera i suoi subordinati per la loro abitudine di usare le loro apparecchiature di monitoraggio per spiare i ragazzi in un locale all'esterno, il Lovers' Point (sebbene egli stesso partecipi saltuariamente a tale attività).
    Uno dei ragazzi vede un misterioso oggetto atterrare nei pressi del locale e discute della cosa con i suoi amici, tra cui vi è Stan Kenyon. In seguito Stan e la sua fidanzata Susan Rogers accidentalmente investono con l'auto una delle creature e fuggono per denunciare l'episodio alla polizia.
    Nel frattempo, un vagabondo si imbatte nella creatura morta e decide di mostrarla agli altri. Quando ritorna in quel punto, sul posto sono arrivati altri alieni che gli provocano un attacco di cuore e lo fanno morire dallo shock. Quando la polizia finalmente indaga sulla cosa, arrivano alla conclusione secondo cui Stan ha prima investito il vagabondo e poi è fuggito senza prestare soccorso e quindi lo arrestano.
    Dopo aver sentito la conversazione sugli UFO dei ragazzi nel locale, il tenente Robertson riferisce la cosa al suo comandante che appare scettico e che autorizza con riluttanza un cordone di guardia intorno all'area dove è atterrato il disco volante. Alla fine i militari fanno saltare in aria l'astronave e si congratulano fra loro senza rendersi conto che le creature avevano già lasciato il velivolo e che ora girovagano nei boschi circostanti.
    Dopo essere sfuggiti alla polizia, Stan e Susan si incontrano con un amico del vagabondo morto, Mike Lawrence. I tre cercano quindi di ottenere delle prove per dimostrare il reale pericolo per la comunità. Mike viene poi accerchiato dalle creature, e Stan e Susan riescono a fuggire solo dopo aver accidentalmente scoperto che gli alieni esplodono se esposti a luce intensa. Purtroppo, dopo che l'autopsia ha dimostrato che il vagabondo era morto per un attacco di cuore e che Stan non lo aveva ucciso, alla stazione di polizia non vogliono più avere niente a che fare con Stan e lo cacciano. I ragazzi poi raccolgono i loro amici e insieme arrivano in auto alla radura dove avevano lasciato Mike. Circondandolo con le loro auto, usano i fari per far evaporare le creature che minacciano Mike che riesce a salvarsi mentre Stan e Susan riprendono poi la loro fuga.
    The Eye Creatures è tristemente noto per i suoi errori di produzione e per la notevole quantità di blooper. La storia si svolge durante una sola notte, ma il sito Rotten Tomatoes fa notare che alcune di queste scene notturne sono state chiaramente riprese durante il giorno dato che in molte parti la luce solare appare evidente. Un altro errore si può scorgere quando, nel corso di una scena in cui la mano mozzata di una creatura si avvicina verso Susan e Stan, appare chiaramente uno spago.
    In particolare i costumi degli alieni, opera di Jack Bennett, esperto di effetti speciali allora agli albori della propria carriera, hanno presentato parecchi problemi al regista. Non c'erano abbastanza costumi per tutti gli attori che interpretavano gli alieni durante le scene di massa, per cui in alcune scene alcuni di essi indossano solo il casco in testa e un costume attillato nero.
    Infine, secondo una pratica frequente per i B-movie che comportava il cambio del titolo nelle successive riedizioni di un film, fu innestato un "Attack of the" sopra il titolo originale nella schermata iniziale. Purtroppo, però, l'editor non era riuscito a notare che l'originale aveva già incluso un "The" e la svista produsse il ridicolo titolo Attack of the The Eye Creatures in una successiva riedizione.
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    braindamageposter
    Eccellente ritorno al cinema del genio Henenlotter, che si rivela come uno degli autori horror-splatter più originali degli anni '80. La trama narra di un'alieno - parassita mostruoso, di nome Eilmer, che si insedia dietro la nuca delle sue vittime iniettandogli un fluido allucinogeno nel cranio. Una volta drogate, le vittime sono completamente succubi del volere del parassita, che le costringe a procurargli materia cerebrale umana di cui è ghiotto. Un impacciato ragazzo, Brian, verrà colpito dall'assurdo verme lobotomizzatore e si tramuterà in uno schiavo ai suoi ordini. Fino al tragico finale, ovviamente. Eccezionale, scatenato, intelligente, diretto con nero umorismo ed abilità. Un film denso di scene gore al limite dell'estremo...una su tutte, quella in cui il protagonista conosce una tipa in discoteca e si fa fare un bocchino. Ma mentre la ragazza si abbassa, e tira giù la zip dei pantaloni di lui, ecco uscire di colpo Elmer che si infila nella bocca di lei e le estrapola direttamente da li' il cervello! Una scena che resta in bilico fra la volgarità, il surreale, il trash e lo splatter più truce e che lascia davvero sbalordito lo spettatore. Insomma come sempre un film alla Henenlotter : trasgressivo, estremo ed inaspettatamente profondo. Difatti risulta ben tratteggiata la figura del ragazzo protagonista, pieno di incertezze, dubbi e paure e che trova nel parassita la forza per reagire e per mettersi in mostra di fronte agli altri. In parte acida riflessione sugli effetti psicologici delle droghe, in parte critica alla società che schiaccia l'individuo, "Brain damage" è probabilmente il miglior film di Henenlotter.


    Edited by Eilmer - 30/4/2014, 23:00
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    brain_from_planet_arous
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    The-Brain-front
    Nel 1988, 7 anni dopo il valido “Compleanno in Casa Farrow (Bloody Birthday)”, Ed Hunt torna all'horror con un prodotto dalle idee potenzialmente valide ma funestato da valori tecnici spesso dozzinali. Una tranquilla cittadina americana è soggiogata al potere di un sedicente scienziato, che conduce un popolare talk show televisivo chiamato “ Independent Thinking ”. In realtà il programma favorisce tutto fuorchè il “pensare indipendente” poiché dietro di esso si cela un mostruoso cervello alieno, sfruttato dallo scienziato, che emana onde cerebrali e messaggi subliminali in grado di condizionare la mente umana. A quest'operazione di controllo assoluto sembra sfuggire la mente di un brillante studente che, braccato dall'intera comunità, dovrà lottare disperatamente per distruggere il cervello-mostro. La bizzarra idea del cervello semovente ed antropofago era già stata abbozzata, un anno prima, da Michael Krueger in “Mindkiller” e il concetto della comunità totalmente “lobotomizzata” e priva di ideali è presente in dozzine di pellicole fantastiche antecedenti a questo “The Brain” che tuttavia mette in campo un'acida critica nei confronti dello strapotere televisivo e dei suoi effetti di massificazione nei confronti della popolazione. Il progressivo indebolimento delle difese mentali, l'ignoranza e la pigrizia intellettiva trasformano l'essere umano in un burattino facilmente governabile, atto solo al consumismo compulsivo e all'asservimento (inconscio) ai potenti. Hunt è un mestierante che ha sempre cercato di mettere del “contenuto” negli horror e nei fantascientifici che ha diretto, ottenendo risultati qualitativi alterni. “The Brain” , seppur divertente per certi aspetti, fallisce purtroppo nella messa in scena. Nonostante sia venato da buon ritmo e colpi di scena continui, il film ha negli effetti speciali, inseriti in gran quantità, il punto debole poichè proprio questi ultimi lo fanno sovente scivolare nel trash involontario. Il cervello gigante, quando è fermo e nella penombra, è un animatrone low budget accettabile ma quando fuoriesce dalla sua teca ,e se ne va a zonzo a divorare persone, diventa di un ridicolo mortale. Una sorta di gommoso pallone aerostatico che rischia di strappar risate in quantità. Anche la sceneggiatura, nonostante i vari interessanti spunti disseminati qua e là, scricchiola terribilmente specie nell'ultima mezzora, toccando punte di inverosimiglianza plateali. La recitazione poco convincente, fatta eccezione per la consueta goliardica prova di David Gale, completa il quadro dei deficit. Comunque merita un'occhiata, almeno da parte degli amanti oltranzisti dell'horror bizzarro.
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    Questa volta si tratta dell'episodio di una serie cinese, ridicolo proprio XD









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    Credo che sia un cartone cinese basato su leggende loro (gia citate in alcuni cartoni giapponesi come Dragon Ball e Goku di Tezuka), in cui il protagonista è ricopiato palesemente da Bruce Lee.
    Animazioni bruttine e disegni anche peggiori, con l'aggiunta di scene di lotta e d'azione ridicole ed assurde, sono un motivo più che valido per visionare e recensire questo orribile film XD



    www.dailymotion.com/video/xxz2lv_th...gods_shortfilms

    Edited by Eilmer - 1/5/2014, 19:08
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    locandina
    Il primo film e del 1971 ed è diretto da Al Adamson, vede la partecipazione di J. Carrol Naish e Lon Chaney Jr.


    Praticamente Dracula si allea con il dottor Frankenstein allo scopo di riuscire a procurarsi il sangue necessario al suo nutrimento.
    639DRACULA_CONTRA_FRANKENSTEIN
    Il secondo, invece, è diretto da Jesus Franco (asso della sexploitation) nel 1972 è interpretato Howard Vernon e Dennis Price.


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    FRANKENSTEIN%2520ISLAND
    Quando la follia diviene realtà. Frankenstein Island è la materiale riproduzione (condensata in novanta minuti di deliri mai fini a se stessi) del talento di un regista etichettato troppo velocemente come autore di film di bassa lega (opportunamente ribattezzati z-movie per distinguerli dal cinema d'elite) ossia Jerry Warren. Con questo suo ultimo lavoro decide di dare una ideale collocazione alle gesta conclusive del folle Frankenstein e della sua creatura. Spesso abituati a dare iniziazione ai propri riti tra castelli diroccati e allestimenti scenici gotici (La Maschera di Frankenstein, Dracula contro Frankenstein, Gli Orrori di Frankenstein) oppure, talvolta, a fare i conti con personaggi più scaltri (ne La Maldiciòn di Frankenstein del grande Jesus Franco l'antagonista principale è l'alchimista Conte Cagliostro). Qui il regista immagina il duo su un'isola abbandonata dal mondo, dove quattro amici, in volo su un pallone, vi vengono catalizzati da una spirale di energia profusa dai macchinari - opportunamente segregati nel sottosuolo - del Dottor Frankenstein, del dottor Von Helsing (scritto proprio così) e di sua moglie! Nei loro laboratori si collaudano nuove invenzioni, si implementa la funzionalità di esperimenti in precedenza andati a male, al fine di materializzare l'atavico sogno del nostro: la vita eterna. Il tutto impreziosito da un cast niente male: Cameron Mitchell e Stanley Clarke, i quali dovranno vedersela anche con le avances di un gruppo di aliene.
    A coronare il tutto vi sono le sporadiche apparizioni del grande John Carradine (attore che ha investito metà della sua carriera in film ben peggiori) nei panni del redivivo Dottor Frankenstein. Le sue comparsate vengono centellinate in irruzioni esigue in cui fa capolino mentre recita una serie di rituali e frasi sconnesse che, anche in tale occasione, sono un saggio della sua - encomiabile - manifesta capacità di inquietare con poco. Il punto forte del film è stato saper creare un'atmosfera di perdizione e di isolamento dalla civiltà, mai così invasiva e destabilizzante. La sospensione onirica della vicenda enfatizza il senso di fine del mondo e di solitudine che colpisce i protagonisti. Un profondo clima di annientamento sprigionato da personaggi sopra le righe, folli e macabri, che sembrano aver perso ogni contatto con la realtà e al fine di preservare il loro istinto di sopravvivenza, optano per l'adozione di una loro lingua, dei codici personali, un loro gergo, un comune modo di pensare, un mondo a latere con il quale si impatta bruscamente e non v'è possibilità di empatizzare. Le usanze delle donne aliene, così accomodanti ma dai doppi fini, la sciatteria dei luoghi e delle ambientazioni che assoggettano lo spettatore a fare i conti con l'inesplorato degli antri buii, l'incapacità di raccapezzarsi tra terre dimenticate dall'animo umano in cui vi è solo isteria collettiva e mai spazio per la razionalità, fanno sì che durante la visione si cerchi (invano) di patteggiare con quest'arma a doppio taglio capace di colpire e di non lasciarsi dimenticare.
    Non ultimo, il film è un profluvio di idee e contaminazioni brillantemente riuscite con altri generi (commedia, sci-fi) raro esempio di versatilità, del sapere uscire con maestria dalle finestre dei canoni rientrandovi elegantemente dalla porta.
    Da recuperare.
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    Larry Talbot (l’uomo-lupo, Lon Chaney Jr.), tornato in vita dopo che due ladri di tombe hanno scoperchiato il suo sepolcro lasciandovi penetrare i raggi della luna piena, viene ritrovato ferito per le strade di una cittadina. Ricoverato in un ospedale, egli rivela al dottor Mannering (Patric Knowles) e all’ispettore di polizia Owen (Dennis Hoey) di essere un lupo mannaro ma nessuno dei due gli crede. Dopo che verrà ucciso un poliziotto, il dottore sospetta che Talbot possa essere affetto da licantropia, cioè dalla malattia nervosa che lo porterebbe a credere di trasformarsi in una belva nelle notti di luna piena.
    Recatosi a Lanwelly con l’ispettore, il dottor Mannering scopre che la tomba di Larry Talbot è vuota; in seguito riceve una telefonata con la quale lo avvertono che il suo paziente è fuggito dall’ospedale. Alcuni giorni dopo Larry Talbot arriva in un accampamento di zingari dove rivede Maleva (Maria Ouspenskaya), la donna che un tempo gli aveva predetto la sua trasformazione in uomo-lupo e che ora accetta di accompagnarlo dal barone Frankenstein, il solo che possa aiutarlo. Alla fine del suo viaggio Talbot apprende però che Frankenstein è morto da diverso tempo.
    Giunto tra le rovine del castello, Talbot fa un'incredibile scoperta: il mostro (Bela Lugosi) nato dagli esperimenti del barone Frankenstein è ancora vivo ed è intrappolato nel ghiaccio che ha invaso un sotterraneo. Talbot decide di liberarlo affinché lo aiuti a trovare il diario con i preziosi appunti dello scienziato, e una volta recuperate le forze la creatura gli obbedisce; il diario però non viene recuperato e tutto lascerebbe credere che sia andato distrutto. L’affannosa ricerca di Talbot sembra ormai destinata al fallimento quando, da una fotografia rinvenuta per caso, egli scopre che il barone Frankenstein aveva una figlia, Elsa (Ilona Massey) , tuttora in vita e proprietaria di ciò che rimane del castello. Talbot riesce a incontrarla, ma la donna si rifiuta di aiutarlo a recuperare il diario; nel frattempo arriva anche il dottor Mannering, che insiste perché Talbot si faccia curare in un ospedale psichiatrico.
    Dopo aver aiutato il mostro di Frankenstein a fuggire dal paese e a ritornare nel castello, l’uomo-lupo viene raggiunto da Elsa e dal dottore, il quale intende riattivare i macchinari dello scienziato per liberare Talbot dalla maledizione che lo perseguita. Le leggi della natura saranno quindi sfidate un’altra volta con esiti imprevedibili.


    Edited by Eilmer - 10/4/2014, 13:06
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    Senti , tu vedila come ti pare, ma il fatto rimane. Un film in cui si vede King Kong ubriacarsi bevendo da un enorme anfora a mo'di bicchiere come fosse un contadinazzo alla taverna non può essere preso sul serio! :P In oltre non mi pare che qui qualcuno abbia detto che ci sia qualche cosa di male nel fal scontrare due icone leggendarie tra di loro o creare crossover, però va detto che il 95% delle volte i cosidetti film VS. altro non sono se non delle enormi, titaniche commercialate atte solo a richiamare pubblico al botteghino, ed anche questo è un fatto!

    Edited by Eilmer - 10/4/2014, 15:09
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    Tu realizzi make up horror? Davvero??? Che poi, posso ben capire che il mostro ti ispiri, dopotutto è realizzato dal mago degli effetti speciali John Carl Buechler, un vero mito ;)
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    Dietro lo sbilenco titolo della vhs italiana, si cela una produzione statunitense del 1987 intitolata “Slaughterhouse Rock” nella quale, ovviamente, non c'è proprio nessuna casa. Il classico trucco dei distributori italiani, atto a cavalcare la moda delle varie “case” filmiche infestate ed infestanti l'home video (con tanto di “c” a falce nella locandina) non funziona affatto per questo film che invece è ambientato (pensate un po'...) nella prigione abbandonata di Alcatraz . Un ragazzo vive stati d'allucinazione e incubi terrificanti, durante i quali si trova trasportato nella prigione di Alcatraz ed assiste alle sanguinose scorribande di un tizio baffuto. Incapace di darsi una spiegazione logica , il giovane si affida alla sua professoressa (medium a tempo perso) per ottenere un'interpretazione dei suoi sogni e per tentare di farli cessare. La donna gli dice che per risolvere la situazione il ragazzo dovrà, assieme ai suoi baldi & bisboccioni amici di college, andare sull'isola di Alcatraz e sconfiggere una presenza demoniaca che infesta la prigione abbandonata. In questa missione, come se non bastasse, il gruppo di ragazzi verrà aiutato da una cantante rock defunta. Vabbeh, che ve lo dico a fare, la trama è una vaccata colossale e la sceneggiatura contribuisce ad infarcire la pellicola di situazioni insensate che rendono ancora più confusa l'intera vicenda. “Slaughterhouse Rock” è un maldestro tentativo di coniugare due mini-filoni dell'horror che fecero capolino a fine anni '80, ovvero l'horror-rock (dove le band di turno se la dovevano vedere quasi sempre con il maligno e maledizioni assortite) e il prison-horror (dove i carceri erano luoghi spesso infestati da spettri vendicativi). Il minestrone è però indigesto, condito da un'ironia di grana grossa e non supportato da effetti speciali adeguati. Restano i capelli cotonati degli anonimi attori, la fotografia e le nebbie colorate, una location interessante ma mal sfruttata, alcuni pezzi dei Devo in sottofondo e pochi momenti d'interesse. Sapete che sono un patito dei prodotti degli anni '80, che vanno dalla B alla Z, ma in questo caso ho sbadigliato troppe volte per difendere il film in questione. E pensare che, ai tempi, costò alla produzione addirittura 2 milioni di dollari.
150 replies since 6/2/2014
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